David Bohm è stato uno dei fisici teorici più illustri della sua generazione (1917-1992) che ha coraggiosamente sfidato l’ortodossia scientifica del secolo scorso. I suoi interessi si sono estesi ben oltre la fisica, abbracciando anche la biologia, la psicologia, la filosofia, la religione, l’arte e il futuro della società. Alla base del suo approccio innovativo verso gli innumerevoli problemi di cui si è occupato, era l’idea fondamentale che di là dal mondo visibile e tangibile esistesse un ordine più profondo, implicato, d’indivisa totalità.
Interpretazione causale e potenziale quantistico
Per meglio cogliere il significato dell’interpretazione causale, è utile ricordare due aspetti fondamentali dell’interpretazione standard (Copenaghen) della meccanica quantistica. Il primo di questi è che le particelle, ad esempio un elettrone in un laboratorio, hanno solo un’esistenza potenziale finché non vengono osservate. Una volta osservata (con un dispositivo di misurazione), questa potenzialità “collassa” nella manifestazione concreta dell’effettiva particella. In secondo luogo, quando non si manifesta come una particella, lo stato di potenzialità è rappresentato da una forma d’onda matematica nota come “funzione d’onda” (PSI nell’equazione di Schrödinger). Questa funzione d’onda, nell’interpretazione di Copenaghen, è considerata avere solo un significato matematico: non c’è una “reale” onda dietro ai numeri.
In contrapposizione a questa visione c’è quella di David Bohm che invece considera la funzione d’onda una grandezza fisica del tutto reale ed esistente, introducendo il concetto di “potenziale quantistico” e aprendo la strada a un’interpretazione dell’universo di tipo olistico in cui tutte le particelle che lo compongono sono in una continua interazione e correlazione tra loro tramite il fenomeno chiamato dell’entanglement quantistico.
Secondo questa teoria, il moto dell’elettrone non è più determinato in maniera casuale o probabilistica, bensì è governato dall’interazione con un sottostante campo nascosto (il potenziale quantistico) in grado di determinarne la traiettoria. Un campo in fisica classica è un potenziale che si sviluppa nello spazio (esempi sono il campo magnetico o elettromagnetico) generando linee di forza nella sua area di azione. Il campo quantistico di Bohm, tuttavia, non è semplicemente un richiamo a questi concetti classici, ma mostra alcune nuove funzionalità qualitative che implicano un cambiamento radicale rispetto alla fisica newtoniana. A differenza di quanto accade con i potenziali elettrici e magnetici, il potenziale quantistico dipende solo dalla forma e non dall’intensità del campo stesso. Pertanto, anche un campo molto debole può influenzare fortemente la particella a grandi distanze. Si può pensare all’elettrone in moto con la propria energia: il potenziale quantistico agisce quindi per dare forma al movimento, quindi il moto non si manifesta in modo casuale ma si esplica sotto la guida del campo che ne determina la traiettoria.